Se stai leggendo questo articolo è perché anche tu almeno una volta nella vita hai sentito dire che la SEO è morta e defunta ormai da qualche anno.
Personalmente, mi capita sempre più spesso di incontrare nuovi clienti che non solo se lo sono sentiti dire o lo hanno letto più volte, ma ne sono convinti perché sono stati consigliati da qualche consulente generico.
Per rispondere alla domanda “la seo è morta?” devo fare due passi indietro, e tornare addirittura al novembre 1997.
Richard Hoy, un noto imprenditore del web, ha postato nel 1997 sul suo blog un articolo che parla dei motori di ricerca, dove ha scritto quanto segue:
“I submit that search engines are dying” … “SEO is getting dramatically less important”
L’articolo ha fatto un grandissimo scalpore all’epoca, e racchiudeva una serie di verità per quelli che erano i motori di ricerca dell’epoca.
Nel 1997 infatti vi erano quasi esclusivamente delle grandissime directory di link, ossia dei siti web che raccoglievano link e fornivano un risultato ad una ricerca solo conteggiando il numero delle parole chiave all’interno del testo. Capitava spessissimo che vecchi webmaster facessero dei siti web con moltissimo testo nascosto, bianco su bianco e di fatto illeggibile, solo per essere posizionati con determinate parole chiave. Capite bene come un sistema del genere ormai è morto e sepolto da parecchio tempo, e i motori di ricerca assieme alla SEO si sono evoluti moltissimo.
Google, il principale motore di ricerca al mondo, nel 2003 ha iniziato il suo percorso di miglioramento volto a portare risultati di ricerca sempre più puliti e rilevanti con un aggiornamento chiamato “florida” che mette la parola stop alle tecniche di ottimizzazione che prevedono l’inserimento ossessivo di parole chiave.
Negli anni Google ha mantenuto e migliorato i propri algoritmi e nel 2011 e 2012 ha elaborato due particolari algoritmi ancora funzionanti: Panda e Penguin.
Questi ultimi due algoritmi hanno riportato sulla bocca di alcune persone la frase “la seo è morta”, perché hanno ridimensionato e reso completamente inutili delle tecniche che fino a pochi mesi prima erano importantissime, come la link building scellerata.
Quegli anni hanno visto la morte di tantissime aziende che si occupavano di seo semplicemente con dei software che spammavano il link di un sito web su milioni di altri siti per accrescere il suo valore.
La seo è quindi morta?
Per rispondere infine alla domanda che ti starai facendo dall’inizio dell’articolo, la seo non solo non è morta, ma è sempre più viva e sempre più utile per posizionare il tuo sito web, anche se pochi soggetti attualmente sono in grado di farla.
Google premia ormai da qualche anni i contenuti di qualità, e fare seo nel 2019 vuol dire curare tutti gli aspetti di un sito web: dalla revisione dei testi alla realizzazione di nuovi, dal miglioramento dell’esperienza dell’utente (user experience) alla link building volta a portare valore.
Fare seo nel 2019 vuol dire quindi adattarsi a quelle che sono le nuove e future richieste dei motori di ricerca e produrre dei siti che non si posizionano solo perché sono tecnicamente migliori per l’algoritmo, ma che lo sono anche per gli utenti.